Le emozioni non conoscono tempo

Siamo soliti organizzare gli eventi, la nostra vita, le nostre giornate, organizzandoci "nel tempo", intendo quello cronologico. Il tempo che scorre, che contiamo e misuriamo attraverso i secondi, i minuti, le ore... Il tempo ci consente di orientarci, di organizzarci, di pianificare, di gestire la nostra vita, in modo tale da ottenere risultati che si osservano attraverso la trasformazione di ciò che mettiamo in opera.
La natura è una grande maestra del passare del tempo e delle trasformazioni che avvengono attraverso di esso, ci insegna il modo in cui la vita di sviluppa, attraverso il ciclo vitale di cui tutti noi siamo i protagonisti.

Ma essere consapevoli del tempo, percepirlo, non è mai così scontato, poichè passiamo la maggior parte della nostra vita ad essere "gestiti" da impegni esterni, oppure, all'inizio della nostra vita, da altre persone, a partire dai nostri genitori.

Proprio per questo motivo il fattore tempo se non portato a consapevolezza, rischia di sfuggirci di mano.

I processi adibiti a funzionare nel tempo sono i processi cognitivi.

Questi sono nel tempo, e hanno bisogno di essere allenati affinchè riescano ad essere abbastanza flessibili e funzionali, al nostro benessere e al raggiungimento dei nostri obiettivi. E' grazie al processo della memoria, dell'apprendimento, della percezione, dell'attenzione, ecc.. che noi funzioniamo bene.
Grazie alla memoria, o anzi alle "memorie" immagazziniamo una fitta rete di informazioni che ci aiutano ad avere una nostra identità e anche ad avere conoscenza di ciò che ci circonda, questo ci aiuta ad apprendere nuove informazioni e anche a tenere allenata l'attenzione, ecc... i processi cognitivi si influenzano tra loro, sono interdipendenti.

Ma cosa mette in moto questi processi?

Parallelo allo cognitivo, anzi, forze antecedente e propulsore dello sviluppo dei nostri processi cognitivi è lo sviluppo emotivo.

L'apparato emotivo a differenza di quello cognitivo non conosce il tempo, e anzi... in caso di una brusca minaccia al suo sviluppo, come è il caso di traumi di tipo "t" ma anche di tipo "T" (vi lascio alla fine la distinzione per chi non la conoscesse), rischia di perdersi in un loop mentale che non ci consentirà di far proseguire in modo sano e funzionale il nostro sviluppo globale.

Le emozioni sono processi mentali e fisiologici che ci aiutano a metterci in contatto con l'ambiente esterno e interno, si dice infatti che l'attivazione di una emozione aiuta a ristabilire "l'equilibrio attraverso l'omeostasi" infatti una emozione può essere provocata da un pensiero, da un ricordo, oppure da un evento, e ci aiutano ad adattare le nostre reazioni e azioni, che poi ci portano ad agire.

A differenza dei processi cognitivi, che noi possiamo conoscere grazie ad un processo chiamato "metacognizione" ovvero la consapevolezza dei nostri stessi processi cognitivi, le emozioni dobbiamo imparare a riconoscerle, e questo processo di riconoscimento, ci consente di autoregolare le nostre reazioni emotive e di muoverci dentro e fuori di noi.

Ma le emozioni non hanno una correlazione temporale, possiamo provare simultaneamente più emozioni, suscitate da un evento accaduto tantissimi anni fa, oppure nel caso per esempio dell'ansia, provocare un'emozione in base ad un evento che deve ancora accadere.

La complessità delle emozioni risiede proprio in questo, e per renderle più funzionali possibili dobbiamo chiamare in soccorso la nostra ragione.
Ma non per gestirli, ma bensì per riconscerli e gestirle il modo in cui li manifestiamo.

Se infatti ci stiamo imbattendo in una emozione che proviene da un pensiero, un ricordo passato, per evitare che questa, condizioni negativamente il presente, sarà importante comprenderla, riconoscerla e attraversarla.

Lo stesso vale per quelle emozioni che riguardano il futuro.
L'ansia è un'anticipazione del futuro che ci provoca un senso di preoccupazione utlile a farci sentire più pronti, a pianificare i nostri gesti... ma diventa disfunzionale se ci impedisce di vivere e ci porta ad evitare situazioni piuttosto che affrontarle.

L'unico tempo in cui dovremmo davvero metterci in contatto con le nostre emozioni, e comprenderle, al fine di comprenderci meglio è il MOMENTO PRESENTE.

Ma non sempre ci si riesce, poichè ni siamo esseri razionali e soprattutto per la sopravvivenza è molto utile avere un quadro che si ricollega al passato e al futuro, ma ciò non significa che dobbiamo lasciare tutto all'istinto!

Le emozioni sono come una bussola, e una bussola ha senso utilizzarla mentre si è in viaggio mano mano che andiamo avanti.

Sarà inutile utilizzare l'indicazione di una bussola se non ci troviamo esattamente nel punto di svolta in cui ne abbiamo bisogno!

Inoltre le nostre emozioni, ci dicono molto di noi, di come stiamo percependo la realtà, la relazione, il periodo in cui ci troviamo, ma ci dicono molto poco della realtà esterna.

Conoscere le emozioni, il loro funzionamento e soprattutto gli effetti che hanno sul nostro comportamento e sulla nostra vita, aumenta la nostra consapevolezza e soprattutto la qualità della nostra vita.

Manuela D'Ascanio Psicologa

* Per trauma minuscolo ("trauma t")si intende una serie di eventi stressanti o disturbi psicologici senza specificare una categorizzazione precisa. Sono traumi di apparente lieve entità ma se ripetuti nel tempo ad opera di una o più persone, oppure eventi, a cui si è legati in una relazione significativa, rischiano di apportare significativi danni alla nostra integrità.
Per Trauma con la “T” maiuscola o trauma massiccio si intende un evento di grande impatto fisico e psicologico che minaccia l’integrità o la sopravvivenza stessa di un individuo.pexels-photo-18154326jpeg